Questa è la storia di un bambino come tanti, come ogni bambino: unico e speciale. Tutti lo chiamavano il “Ragazzaccio”. Forse perché un giorno, spinto dalla fame, aveva sottratto una pagnotta al fornaio, e un’altra volta, intirizzito dal freddo, aveva preso un paio di calzettoni appesi ad asciugare. Di notte, alzava gli occhi verso le stelle, quasi sperando che potessero rispondere a una domanda che gli bruciava dentro: potrò mai essere felice?
Suo padre era sempre lontano, in cerca di un lavoro; sua madre era malata. Un giorno incontrò Tigre, un giovane poco più grande di lui, che gli propose di entrare nelle “Tigri della Strada” e di essere uno dei suoi. Il Ragazzaccio si sentiva affascinato dalla sicurezza di Tigre, ma più di tutto lo attirava l’idea di far parte di qualcosa.
Così entrò nella banda, una banda pericolosa, e piano piano si ritrovò a somigliare sempre di più a quel “Ragazzaccio” che tutti dicevano sarebbe diventato.
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